Messaggio della Associazione Italiana Intermediari Diritto d'Autore (A.I.D.A.) letto in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore - UNESCO - 2018
Lo scorso anno, in occasione di
questa Giornata Mondiale, si è svolto un momento molto importante a Monza
in cui è stata ripercorsa l’intensa storia del diritto d’autore legata alle
nuove tecnologie a partire dal 1448 con l’invenzione della stampa a caratteri
mobili di Gutenberg, per passare al primo libro digitale distribuito sul primo
floppy disk (“Aftnernoon, a story” di Michael Joyce ndr) fino a giungere ad
internet ed ai giorni d’oggi. Sottolineando che l’insieme di norme giuridiche
che disciplinano il diritto d’autore e l’innovazione tecnologica sono cose
inestricabilmente connesse, poiché se non esistesse innovazione tecnologica non
esisterebbe diritto d’autore e l’una non è una minaccia dell’altra se la norma
giuridica è in grado di evolversi puntualmente. Si è parlato delle minacce
alla difesa del diritto d’autore
individuando come antidoto imprescindibile “l’educazione alla legalità”, perché
i nostri giovani imparano la matematica, il latino, il disegno ma la materia –
che dovrebbe essere la prima materia di studio – ossia l’educazione civica è
considerata praticamente meno della religione e dell’educazione fisica. Siamo più attenti che i nostri figli
conoscano bene la biologia e la fisica piuttosto quelli che sono i loro
diritti, i loro doveri o come funzioni il sistema governativo del nostro stato,
il parlamento, il senato, l’unione europea etc. trasmettendo sempre più
difficilmente – e troppo spesso senza alcun risultato - i valori e i limiti
dove finiscono i nostri diritti e dove cominciano i diritti del prossimo.
Lo scorso anno non potevamo
parlare del presente perché qualsiasi considerazione sarebbe stata priva di attualità
e valore perché il governo, il parlamento ed il senato stavano elaborando una
legge approvata poi ad ottobre ovvero la 148 del 16/10/2017 che ha modificato
la precedente legge sul diritto d’autore, ovvero ha recepito la Direttiva
Europea 2014/26 sulla liberalizzazione del diritto.
In questa Giornata Mondiale i più
“alti” istituti della cultura mondiale, come ad esempio UNESCO e la WIPO,
lanciano un messaggio al mondo per sensibilizzare e/o ricordare l’importanza
della letteratura e dei suoi autori e creatori a sostegno dei diritti d’autore.
Noi vogliamo in questa occasione
lanciare quest’anno un preoccupato messaggio di denuncia: abbiamo assistito a
tutti i lavori parlamentari, a tutti i lavori delle commissioni appositamente
istituite, abbiamo assistito alle discussioni ed interrogazioni parlamentari e
abbiamo seguito tutti gli eventi creati, sponsorizzati o promossi dai deputati
della scorsa legislatura – per la realizzazione di questa legge - e siamo
rimasti letteralmente basiti dalla superficialità agghiacciante adottata per
discutere il tema (abbiamo ascoltato deputati in commissione cultura paragonare
il mercato del diritto d’autore a quello dei bagnini, abbiamo ascoltato
deputati che fino al giorno prima si occupavano di tolettatura di cani
sostenere che la SIAE è la camorra, ma la camorra uccide, signori! Non è un
gioco la camorra, non si deve scherzare sulla camorra!), non solo
superficialità, ma anche ignoranza e allarmante servilismo consigliato dal
calcolo e dall'interesse di singoli o fondi di investimento privati. Una legge
che ha portato alla eliminazione dell’esclusiva riconosciuta alla SIAE sul
diritto d’autore aprendo le porte a Società purchè non lucrative o governate
direttamente dagli aventi diritto.
Nella difesa e raccolta del
Diritto d’Autore l’Italia ha un solo campione, al settimo posto al mondo e al
primo posto nel mondo per controllo del territorio, ed è la Società Italiana
degli Autori e degli Editori, un ente pubblico economico, non lucrativo e
governato solo ed esclusivamente dagli Autori ed Editori italiani che scelgono
i propri organi sociali, il proprio management e come gestire il proprio
patrimonio, attraverso elezioni democratiche, un Ente che costa ZERO allo Stato
italiano e ai contribuenti tutti – vigilato direttamente da tre organi, dal
Ministero dei Beni Culturali, dalla Corte dei Conti, dall’AGCOM. La SIAE non è
una società a se stante, la SIAE sono gli stessi Autori ed Editori italiani. Da
qualche anno gli stessi Autori ed Editori hanno ripreso in mano la loro Società
tirando fuori la politica dalle loro stanze, non rispondendo più a logiche
clientelari per il politico di turno; è diventata la casa di vetro che tutti
auspicavano desiderosa solo ed unicamente di tutelare gli Autori ed Editori di
tutti i repertori e di qualsiasi peso culturale ed economico, con efficienza,
trasparenza e con un peso contrattuale sufficientemente forte per far emergere
una categoria debole e continuamente minacciata da innumerevoli circostanze.
Ma in questo contesto una Società
Inglese – non soggetta agli innumerevoli e giusti controlli come quelli
operati sulla SIAE, ha spinto particolarmente, mossa ovviamente da interessi
economici poiché finanziata e sostenuta da forti fondi di investimento privati
che hanno probabilmente interesse a lucrare sul sistema culturale italiano,
hanno spinto nei confronti della politica per ottenere l’abbattimento
dell’esclusiva SIAE e ci sono riusciti attraverso un complesso sistema di
strategia comunicativa che dal 2011 ad oggi ha sfruttato il malcontento e fornendo
informazioni verosimili attenzione non vere – VEROSIMILI –– con il placido
consenso di giornalisti e blogger poco informati sul tema e più attenti a
scrivere articoli acchiappa click - facendosi strada e raccogliendo consensi
dei disinformati, una su tutte: hanno sostenuto che poiché 11.000 autori
italiani usufruiscono dei loro servizi e/o hanno lasciato la SIAE per i loro
servizi era doveroso che il Governo si occupasse dell’esclusiva della SIAE
abbattendola, tuttavia sulla base di uno studio – che ci risulterebbe mai smentito - condotto dalla
KOPJRA, società indipendente di tecnologie legali – di questi 11.000 iscritti
il 45,5% non ha mai depositato alcun brano, il 33% ne ha depositati più di 4 ma
solo il 6,5% ne ha depositati più di 20 questo perché chiunque poteva
registrarsi al loro sito ed essere conteggiato come autore. Non è questo un
inganno? Come la notizia che i loro big, ossia FEDEZ, Gigi d’Alessio e Ruggeri
sono usciti da SIAE per andare con loro perché più bravi, omettendo però di
dire - in prima istanza - di aver pagato ricchi anticipi per convincerli al passaggio. Hanno sempre
sostenuto, accreditandosi, che i loro servizi per gli autori sono più
trasparenti ed efficienti di quelli della SIAE ma noi diciamo che è
empiricamente evidente che non fanno nulla di quello che fa la SIAE, sono
sistemi completamente diversi che producono servizi totalmente diversi che non
dovrebbero essere minimamente paragonati, non sono migliori, fanno tutt’altro,
ma su questo punto – per non tediarvi - vi rimandiamo al nostro sito www.associazioneaida.org e su un
interessante blog che si chiama Diritto d'Autore NEWS o sui nostri social.
Ma non è finita qui, noi tecnici
del diritto d’autore, delle dinamiche ad esse connesse, conoscitori del sistema
SIAE e del sistema della Società Inglese, ovvero persone appassionate e ben
informate, siamo rimasti pietrificati per esempio vedendo l’atteggiamento di
alcuni deputati della commissione cultura – che si occupava del tema - faccio un esempio su tutti: una deputata in un
incontro pubblico in cui si sarebbero dovuti confrontare il modello SIAE e il
modello anglosassone, nel momento in cui l’Avvocato PAOLO AGOLIA, che è il Direttore
dell’Ufficio Legislativo e Rapporti istituzionali della Società Italiana degli
Autori e degli Editori, insomma non proprio il primo arrivato ma una grande
mente che da anni si occupa degli affari legali degli Autori ed Editori
Italiani, della Società per cui lavora, che è detentore di un bagaglio
culturale legislativo incommensurabile, nel momento in cui Agoglia tentava di
far comprendere alla platea i motivi per i quali il diritto d’autore non è da
considerarsi, poiché grave errore, un mercato come quello della telefonia, del
gas, della corrente elettrica – come si sta tentando - perché è pericoloso –
tra le altre cose - mettere in mano a persone che intendono lucrare su un
diritto sancito per esempio dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione,
esso veniva deriso ed interrotto proprio dalla Deputata che sghignazzava con
l’Avv. Scorza, legale e consigliere di gestione della Società Inglese. Per non
parlare del supporto mediatico concesso ad ogni occasione utile dalla deputata alla
Società lucrativa finanziata dai fondi di investimento. Per passare ad un’altra
deputata che al cospetto del Presidente SIAE il quale illustrava i passi da
gigante della SIAE di ammodernamento tecnologico, turnover e scivoli “senza
stragi sociali” per rendere la società più snella e competitiva essa rimarcava
la necessità di ulteriori “licenziamenti”, un deputato del PD sottolineiamo.
Per non parlare di Emiliano Minnucci (PD) o Andrea Mazziotti proveniente da
Luiss – ecco la Luiss è spesso ricorrente nei temi legati alla Società Inglese.
Per poi giungere all’apoteosi,
uscita la legge essa sancisce che in Italia possono operare solo Collecting che
siano senza scopo di lucro o governate direttamente dagli autori ed editori
dunque la Società Inglese – che resterebbe fuori perché lucrativa e non gestita
dagli aventi diritti - fonda una Associazione non lucrativa – della quale un
utente o un autore però può servirsi solo se iscritto al sito e ai servizi
della Società Inglese - i cui organismi sociali sono sostanzialmente la
fotocopia, ovvero gli stessi personaggi, della Società Inglese con l’aggiunta
di qualche parente e attenzione con l’aggiunta di un deputato PD tale Claudio
Mancini – la politica viene sfrattata dalla SIAE e rientra da una società
inglese, che risulta essere il braccio destro del Presidente del PD Onorevole
Orfini che qualche settimana prima, in visita a LuissEnlab e sotto stesura
della legge, elogiava e promuoveva proprio la Società Inglese a scapito della
SIAE. Tutto questo è strano? E’ preoccupante!
Infine, concludo. Questa Legge e
la superficialità adottata nelle pubbliche dichiarazioni di deputati e
senatori, ha prodotto grandi problemi
che in breve tempo incideranno negativamente sul sistema culturale e creativo
del nostro paese.
Aprendo ad altre Società gli
autori italiani si frammenteranno perdendo potere contrattuale a tutti i
livelli, sia nei confronti delle grandi multinazionali, sia nei confronti dei
grandi operatori della comunicazione, sia nei confronti dei piccoli
utilizzatori che comunque generano introiti vitali. Un dato è allarmante, in
questo panorama di incertezza SKY ITALIA, per esempio, non sta’ pagando gli
autori ed editori per le loro trasmissioni per il tramite di SIAE, per i film, xfactor, per la musica
che trasmettono, etc. Stanno veicolando opere di proprietà di altri, facendosi
pagare gli abbonamenti, senza riconoscergli il diritto dovuto e nessuno
provvede ad oscurare SKY che nel contempo però vanta pubblicamente un attivo
record nel proprio bilancio – ma sul fatto oltre al sostegno degli autori ed
editori italiani da Piovani a Vasco Rossi, da Morricone a Tiziano Ferro, da
Carlo Verdone a Bertolucci che sono la SIAE assieme ad altri 89.000 autori ed editori è
finalmente intervenuta la Magistratura.
Il secondo problema è che
qualsiasi utilizzatore d’ora in avanti per poter utilizzare, per esempio
musica, mettere una radio, una TV, fare un concertino o un karaoke nel proprio
BAR, così come le TV, i grandi operatori di concerti, etc. dovrà chiedere N
licenze una per ogni operatore presente sul “mercato” effettuando N pagamenti
per ogni operatore presente sul “mercato” rendendo le operazioni di
autorizzazione assurde ed eccessivamente onerose. Un esempio dei danni
procurati da questa frammentazione, anche di licensing, è il mercato Americano
unico esempio di mercato totalmente liberalizzato dei diritti d’autore dove le
società sono molteplici ed organizzare un evento è molto complesso ed oneroso e
dove oltremodo gli aventi diritti non riescono a percepire quanto loro spetta,
un mercato disastroso a cui gli USA stanno frettolosamente cercando rimedio.
Il terzo problema è che la SIAE
tutela e gestisce tutti i repertori senza distinzioni, anche quelli che sono
solo un costo come il teatro, le opere letterarie e la lirica ma perdendo
introiti derivanti dal settore forte che è la musica la Società Italiana non riuscirebbe
a tutelare i creativi degli altri settori, questo si chiama solidarietà tra
repertori, repertori che non interessano alle Società lucrative perché non ci
sono margini di guadagno e che sarebbero quindi destinati ad estinguersi perché
gli autori, che dietro un’opera sono molteplici, spesso non noti e che vivono
solo dei diritti per poter creare l’opera successiva non avrebbero fonti di
sussistenza.
Il Quarto problema sono i posti
di lavoro, attaccare la SIAE significherebbe mettere a rischio 1.200 dipendenti
italiani, 1.200 famiglie, 500 agenti mandatari che generano altri 700 posti di
lavoro oltre l’indotto del tutto rilevante. Automaticamente, attaccare la SIAE,
significa mettere a rischio oltre 89.000 autori ed editori, creativi,
motore e linfa vitale per il sistema culturale e creativo del nostro paese da
sempre virtuoso e fabbrica di sapere.
Potremmo andare avanti
all'infinito per analizzare le innumerevoli criticità intorno al tema, intorno
ai soggetti, alle modalità e ai rischi oggettivi e lo faremo, non oggi, ma nel
futuro prossimo.
Oggi a noi non rimane altro che
fare informazione a tutti i livelli, portare a conoscenza dell’opinione
pubblica e della politica su cosa è accaduto e cosa sta accadendo, perché lo
abbiamo detto lo scorso anno e lo ripetiamo da anni, l’unico antidoto che può
rendere un paese forte è l’educazione alla legalità ampiamente inteso, l’unico
modo per rendere grande un paese è contrastare il populismo che sottende
logiche di calcolo e interessi personali, attraverso l’informazione di qualità.
La SIAE è un Ente che funziona ed è una risorsa del paese e faremo di tutto
affinché non venga intaccato e
disperso per logiche di mercato sconsiderate e controproducenti
per tutti, per autori, editori ed utilizzatori.
Associazione Intermediari Diritto d'Autore.
Associazione Intermediari Diritto d'Autore.
[ATTENZIONE: LE OPINIONI IVI ESPRESSE NON SONO STATE CONDIVISE CON LA S.I.A.E. E NON ESPRIMONO NECESSARIAMENTE LA POSIZIONE DELLA SOCIETA' ITALIANA DEGLI AUTORI ED EDITORI]